domenica 16 marzo 2008

Genova, non si può abortire nell´ospedale di Bagnasco

La Repubblica 31 MAGGIO di MICHELA BOMPANI
Protesta contro il Galliera, presieduto dall´arcivescovo
Al massimo esponente della Cei compete la presidenza del nosocomio
Le interruzioni di gravidanza trasferite a un´altra struttura, l´Evangelico
Aied sul piede di guerra: una battaglia di laicità. E il neosindaco si associa

GENOVA - Lo ha firmato anche Marta Vincenzi, diessina, sindaco di Genova da due giorni, alla vigilia del suo insediamento. È un atto di denuncia durissimo contro uno dei principali ospedali della città, governato dagli uomini scelti dalla influente Curia genovese. «Da due mesi l´ospedale Galliera, presieduto dall´arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, ha sospeso il servizio di interruzione di gravidanza; o le cose cambiano o ci rivolgiamo alla Procura della Repubblica»: l´attacco che parte da Genova è lanciato da Mercedes Bo, nipote del grande intellettuale del Novecento Carlo e vicepresidente nazionale dell´Aied. Firmano anche il coordinamento donne della Cgil, l´Udi e un fitto elenco di associazioni di donne. «È interruzione di servizio pubblico, in un ospedale finanziato dallo Stato - protesta Bo - Qui è in gioco la laicità dello Stato».
È proprio il presidente della Cei, infatti, a presiedere il consiglio d´amministrazione dell´ospedale Galliera. La volontà della fondatrice, la nobildonna genovese Maria Brignole Sale Duchessa di Galliera - già vedova del marchese De Ferrari che cofinanziò la realizzazione del canale di Suez - venne sancita nello statuto: l´arcivescovo pro tempore di Genova avrebbe presieduto per sempre la sua "opera pia". Con poteri tutti temporali: dalla nomina del direttore generale alla gestione del bilancio fino alla supervisione sul lavoro del comitato etico. E l´arcivescovo di Genova, dallo scorso 29 agosto, è Angelo Bagnasco, succeduto a Tarcisio Bertone (ora segretario di Stato) e approdato, da due mesi e mezzo, al vertice della Conferenza dei vescovi. Lo stesso Bagnasco è presidente della Fondazione Gaslini, che guida l´omonimo ospedale pediatrico genovese, sempre per statuto.
«Chi si rivolge al Galliera e chiede di interrompere la gravidanza viene dirottato in un altro ospedale della città, l´Evangelico», dice Bo. E attacca: «Ma all´Evangelico le liste d´attesa si sono allungate e le donne non riescono ad abortire prima della nona-decima settimana, con disagi fisici e psicologici». Fino a due mesi fa erano proprio i medici dell´Evangelico a trasferirsi nell´ospedale presieduto da Bagnasco per praticare gli interventi di Ivg o gli aborti terapeutici (al Galliera tutti i ginecologi sono obiettori di coscienza). Circa quattrocento all´anno. Mentre all´Evangelico la media annuale è di ottocento.
«Molto rumore per nulla - dice Adriano Lagostena, direttore generale del Galliera - da dicembre il nostro ospedale e l´Evangelico hanno realizzato, nella sede di quest´ultimo, un Dipartimento chirurgico interaziendale: ecco perché gli aborti vengono praticati in quella struttura. Così come al Galliera, non eseguiamo più - perché li abbiamo dislocati in altre strutture - interventi di cataratta o di chirurgia della mano». «I dati dell´Evangelico parlano chiaro - rilancia Bo - in questi due mesi il numero degli aborti, nonostante il bacino di utenza assorba allora quello di due ospedali, è rimasto invariato». E poi sottolinea: la legge "194" prevede che gli aborti avvengano nei reparti di Ostetricia e Ginecologia, non in quelli di Chirurgia. Notazione che condivide anche l´assessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo, diessino, che ha convocato i direttori generali dei due nosocomi per la prossima settimana: «Il servizio pubblico non deve mai essere interrotto - dice - il Galliera deve garantire la presa in carico delle pazienti e non spedirle direttamente all´altro ospedale».

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