sabato 15 marzo 2008

Fecondazione, obiettori tra i medici di base

Corriere della Sera 15.3.08
Etica e diritti Prescrizioni negate, ma la legge non lo prevede
Fecondazione, obiettori tra i medici di base
Rifiutano i farmaci. L'Ordine: interverremo
I casi dei camici bianchi che per motivi di coscienza ostacolano anche le pratiche conformi alla legge
di Monica Ricci Sargentini

MILANO — La fecondazione assistita in Italia è sempre più una corsa a ostacoli. Oltre alle limitazioni imposte dalla legge 40, le coppie dei pazienti si trovano di fronte a un nuovo fenomeno: l'obiezione di coscienza di alcuni medici di base che, nonostante la normativa non lo consenta, si rifiutano di prescrivere i farmaci necessari per la fecondazione in vitro o le analisi che i centri richiedono prima di effettuare la terapia. È accaduto, a fine febbraio, a Chiari, in provincia di Brescia, dove una ragazza di 29 anni alla prima Fivet si è recata dalla sua dottoressa di famiglia con il piano terapeutico firmato dal centro specialistico: «Mi ha gelato — racconta — con un "va contro la mia morale. Io ho firmato e depositato l'obiezione di coscienza"». La paziente, in lacrime, si reca alla Asl di zona, quella di Palazzolo. Ha i giorni contati. Senza quei farmaci dovrà rimandare il tentativo. Lì la questione viene risolta cambiando medico di base. «La dottoressa Pasini — dice al Corriere Lia Giovanelli dell'ufficio comunicazioni con il pubblico della Asl di Brescia— ha sbagliato. Però non l'abbiamo chiamata perché non ci sembrava giusto fare un intervento attivo». E non è un caso isolato. All'associazione Cerco Un Bimbo (www.cercounbimbo.net) fioccano le richieste d'aiuto: «Di segnalazioni di questo tipo ne abbiamo ricevute molte — racconta al Corriere Federica Casadei, presidente e fondatrice di Cub, un portale che vanta ben 22mila utenti —, purtroppo è un fenomeno molto sommerso, tanti pazienti non hanno il coraggio di presentare denuncia o pensano che i medici siano nel giusto. Noi consigliamo sempre di rivolgersi alla Asl e di contattare l'ordine dei medici. Per nostra esperienza se si protesta il caso si risolve. L'ordine nazionale dovrebbe istituire un telefono verde per le coppie in difficoltà». Ipotesi da non scartare. Maurizio Benato, vicepresidente della Federazione Nazionale Ordini dei Medici, è netto: «Non esiste l'obiezione di coscienza per la procreazione assistita. È un nostro dovere curare ogni patologia.
Di fronte a casi del genere l'Ordine dei medici potrebbe intervenire con delle direttive serie».
Alcuni dottori invocano la coscienza anche per la semplice prescrizione di un'analisi dello sperma o di una mammografia. È successo a Schio, in provincia di Vicenza. A una donna che, incinta grazie alla Fivet, non riesce a portare a termine la gravidanza vengono prescritti accertamenti per la poliabortività. Il medico di base dice no. «Mi ha detto che era normale che l'avessi perso perché avevo usato una tecnica contro natura» racconta la paziente. Il caso finisce all'Ordine dei medici di Vicenza: «Sì è vero — dice il ragionier Baldinato — il dottore si è rifiutato di prescrivere delle analisi nell'ambito della fecondazione assistita ma la paziente poteva anche andare da un'altra parte ». Interpellato dal Corriere il dottor Buratto non smentisce: «Mi sembrano questioni private — dice —. Io sono obiettore di coscienza sull'aborto, per il resto mi attengo al codice».

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