mercoledì 9 aprile 2008

Viaggio americano del Papa Religione, politica, aborto E l'insidia dei preti-pedofili

Viaggio americano del Papa Religione, politica, aborto E l'insidia dei preti-pedofili

Liberazione del 9 aprile 2008, pag. 10

di Fulvio Fania
Occhi puntati sul cardinale Francis Bernard Law. Che cosa farà l'arcivescovo emerito di Boston, ora arciprete nella basilica romana di Santa Maria Maggiore? E' quasi da esludere che martedì salga sul volo papale diretto a Washington. Forse lo precederà in modo più discreto? E ci sarà anche lui il 16 aprile tra i diciassette cardinali americani che festeggerranno a pranzo con Ratzinger il suo 81esimo compleanno, poche ore dopo lo storico incontro alla Casa Bianca tra il Papa e Bush? Che cosa mai potrà escogitare il cardinale per trattenersi a Roma proprio mentre Benedetto XVI si reca nel suo Paese? Finora quando è tornato a casa lo ha fatto in modo molto riservato per non suscitare clamori.
Che cosa decida di fare la prossima settimana non è un dettaglio irrilevante per l'opinione pubblica degli States, meno ancora per i cattolici dello Snap, "Survivors network of those abused by priests" e del "Voice of the faithful", le due organizzazioni che difendono le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti e religiosi. Benché la diocesi di Boston non sia stata l'unica a finire in bancarotta per i risarcimenti finanziari a causa di queste brutte faccende, è appunto il suo ex arcivescovo ad essere diventato il simbolo di quei prelati che hanno coperto i preti corrotti. Dal 2003 al suo posto, a tentare di raddrizzare i rapporti con i fedeli, c'è Patrick O'Malley un vescovo che va in giro vestito da frate, ma nei sei giorni di visita americana papa Ratzinger eviterà Boston. Si limiterà a Washington, per obblighi di protocollo, e a New York dove interverrà al Palazzo di vetro, prima ragione del suo viaggio. Il Papa pregherà anche nel grande cratere-cantiere di Ground Zero.
Ed ecco le tre facce della trasferta americana: un nuovo clima nei rapporti tra la Santa sede e la Casa Bianca dopo le tensioni dell'ultimo Wojtyla e giusto in piena campagna elettorale presidenziale; una chiesa cattolica sempre più ispanica, in crisi per gli scandali ma comunque forte del 24% della popolazione rispetto al 26% degli evangelicals e al 51% complessivo delle varie denominazioni protestanti; infine il discorso all'Onu nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione dei diritti dell'uomo. Ratzinger ha già offerto parecchi indizi sul suo intervento. Certo la pace e il ruolo dell'Onu non mancheranno ma il tema forte sarà la necessità che la Carta internazionale dei diritti corrisponda appieno ai principi innati scritti sulle tavole della legge naturale. Rivolgendosi recentemente alle Ong cattoliche il Papa ha accostato la moratoria sulla pena di morte alla difesa della vita contro l'aborto e l'eutanasia.
Tra le associazioni "caritative" che omaggeranno il pontefice saranno in prima fila Cavalieri di Colombo, ricchi e sempre più influenti in Vaticano. Secondo una loro indagine gli americani dal Papa si attendono, più che discorsi sull'Iraq, illuminazioni di fede e morale. L'America che, pur secolarizzata, ha sempre Dio sulle labbra e stampato sui dollari, torna utile a Ratzinger per ribadire che non si deve estromettere la religione dalla vita pubblica. Robert Reilly (che fu consigliere cattolico di Reagan) suggerisce oggi al candidato repubblicano McCain di fare il Ferrara della situazione, l'oltranzista pro-life, perché il voto cattolico che adesso pende verso i democratici potrebbe rivelarsi decisivo. I vescovi Usa non si pronunciano tra Obama, HiIlary e McCain e non si sa neppure se gli aspiranti alla Casa Bianca troveranno alla fine il modo per farsi vedere agli appuntamenti col Papa.
Grande enfasi avrà invece l'incontro con Bush che prima di congedarsi dal potere vuole mostrare che col pontefice - quello attuale - va d'accordo tanto da aver nominato ambasciatrice presso la Santa sede Mary Ann Glendon, già di famiglia in Vaticano come presidente dell'Accademia pontificia di scienze sociali e consultore di diversi dicasteri.
Benedetto XVI prima di altri viaggi aveva concesso un'intervista a Radiovaticana . Per l'approccio agli States, dove dovrà parlare anche ai seminaristi della famosa "sporcizia" nella chiesa, ha preferito confezionare un videomessaggio in cui appare un po' ingessato, seduto alla scrivania mentre spiega agli americani che lo scopo della visita è l'annuncio religioso di "Cristo nostra speranza", cioè la campagna elettorale non c'entra. Il Papa preannuncia inoltre l'argomento cardine per il Palazzo di vetro: «Il mondo non potrà mai realizzare pace, giustizia e libertà senza obbedire alla legge di Dio», quella legge dell'amore chè è «regola d'oro» «scritta nella coscienza umana» e valida anche per i non credenti.
Ratzinger incontrerà le altre chiese cristiane, i musulmani, i buddisti, gli induisti, i giainisti e gli ebrei. Alla comunità ebraica riserverà un trattamento di riguardo: visiterà anche una sinagoga a New York.

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