martedì 15 aprile 2008

"Pillola del giorno dopo, legge violata"

"Pillola del giorno dopo, legge violata"

La Repubblica - ed. Milano del 15 aprile 2008, pag. 9

di Oriana Liso

Leggi aggirate, interpretazioni creative. E una rete di centri convenzionati in cui si pratica una "obiezione di struttura" che si traduce nell'impossibilità, per la donna, di far valere i suoi diritti. Le voci della politica commentano così il viaggio di Repubblica negli ospedali milanesi alla ricerca della pillola del giorno dopo. Una ricerca soddisfatta in diverse strutture, ma solo per un colpo di fortuna, come abbiamo scoperto. Perché il numero di medici obiettori in Lombardia è altissimo: sette su dieci non praticano interruzioni di gravidanza e — in una interpretazione estensiva dei diritti degli obiettori — non prescrivono la pillola del giorno dopo, contestandone la classificazione come farmaco per la contraccezione d'emergenza.



Chi lavora sul campo non si meraviglia dei risultati dell'inchiesta. «Le testimonianze che raccogliamo sono proprio queste e riguardano gli ospedali come i consultori», racconta Eleonora Cirant dell'Osadonna, l'Osservatorio sulla salute riproduttiva. «Qui non si tratta di obiezione di coscienza, ma di ostilità alla contraccezione e di aggiramento della legge», attacca il consigliere regionale del Pd Carlo Porcari, che assicura: «Ci attiveremo su questo tema come su quello dell'interruzione di gravidanza, perché le posizioni ideologiche di chi guida questa Regione non si riflettano nell'applicazione della legge». Sulla stessa linea Arianna Censi, consigliere provinciale del Pd con delega alle politiche di genere: «Credo ci sia un furore moralistico insensato, visto che in molti casi la pillola del giorno dopo viene assunta dalle donne solo in via precauzionale: di questo passo si scatenerà una crociata anche sui preservativi».

Esprime perplessità l'assessore comunale alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, An, perché «bisogna fare chiarezza sul dato scientifico, bisogna depurare i ragionamenti dalle incrostazioni ideologiche su un tema così delicato, e infine serve coerenza tra disposizioni del Governo e delle singole Regioni: senza una risposta univoca della scienza su meccanismi e effetti di questo farmaco si creano queste situazioni, in cui conta la coscienza personale». Punta invece il dito contro il Pirellone Valerio Federico, segretario dei Radicali di Milano: «Una legge regionale permette ai consultori privati accreditati di non garantire le prestazioni in materia di interruzione di gravidanza e di contraccezione». Sul loro sito (www. lucacoscioni.it) i radicali stanno portando avanti una campagna di informazione: «Spieghiamo come denunciare i medici o gli ospedali dove non viene prescritta la pillola del giorno dopo».

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