sabato 12 aprile 2008

«Via la parola Inferno dalla Bibbia» Il vescovo luterano cambia traduzione

Corriere della Sera 12.4.08
Religioni. Il norvegese Bondevik: spaventosa e banale, scriviamo Geenna
«Via la parola Inferno dalla Bibbia» Il vescovo luterano cambia traduzione
di Luigi Offeddu

BRUXELLES — Uno come Urs von Balthasar, il grande teologo e cardinale, a suo tempo disse che l'inferno esiste, ma è vuoto di anime. Ma c'è anche chi, al luogo fiammeggiante della penitenza eterna, ha deciso senz'altro di cambiar nome: è il caso di Odd Bondevik, vescovo luterano e direttore della Società biblistica norvegese, che nella prossima traduzione della Bibbia abolirà proprio la parola «inferno» per sostituirla con «geenna », dall'ebraico ge-hinnom o «valle di Innom» nei pressi di Gerusalemme, che ha poi lo stesso significato, e con questo significato compare in vari passi del Nuovo e dell'Antico Testamento (ma non così spesso come «inferno»). Motivazione del cambio: «inferno», dicono Bondevik e altri biblisti, «sa di Medioevo» è troppo «spaventoso » e insieme «super-banalizzato», per come è usato in continuazione nel linguaggio quotidiano. Insomma: da un lato, sarebbe un termine che fa venire brividi superati e, dall'altro, si dice ormai «va all'inferno» o «quella serata è stata un inferno», in un tono salottiero che farebbe indignare Dante, e forse delizierebbe Mefistofele, storicamente attento a ogni possibilità di mimetizzazione. «Geenna», valle dove — secondo la tradizione — un tempo si bruciavano cadaveri e rifiuti, avrebbe invece un suono meno sconvolgente, e un senso più preciso.
Molti però, sui giornali e sul Web, contestano la tesi di Bondevik, personaggio di peso anche politicamente (è figlio di un noto deputato e cugino di un ex-primo ministro). La contestano, un po' perché «Gehenna» è già il nome di un complesso musicale «black metal». E un po' perché, anche se i veri praticanti sono molti di meno, l'85% dei norvegesi aderisce alla chiesa luterana ed è sensibile a certi temi, non li percepisce come banali. Secondo un sondaggio fatto pochi mesi fa, il 51,6% della popolazione crede in Dio, e il 40,3% nella resurrezione di Cristo: «ma chi crede in Dio e nel paradiso, crede anche nel diavolo e nell'inferno » sostiene uno dei critici di Bondevik.
La polemica è attizzata anche dal momento politico. Fino a due giorni fa, il luteranesimo era la religione ufficiale di Stato, ma ora i 7 maggiori partiti si sono accordati su una modifica alla Costituzione: parole più vaghe, «i valori di base della nostra nazione risiedono nella nostra tradizione cristiana e umanistica». Anche nella vicina Svezia, Mefistofele fa discutere: il caporedattore di un giornale è stato minacciato di morte per aver pubblicato il manifesto di un concerto punk, dove un diavolo balza fuori dalle fiamme e si beffa con gesti osceni di un uomo crocifisso.

Nessun commento: