mercoledì 2 aprile 2008

«Pillola del giorno dopo? Mai»: Medici sotto inchiesta

L' Unità 02.04.2008
«Pillola del giorno dopo? Mai»: Medici sotto inchiesta
Pisa, a due ragazze niente farmaco contraccettivo
«Interruzione di servizio pubblico». La Asl: l’abbiamo somministrata
di Sonia Renzini
PENSAVANO di risolvere la paura di una gravidanza indesiderata con una corsa al Pronto soccorso. Magari, sperando di trovare il conforto di un medico che facesse svanire quell’ansia e quel vortice frenetico dei pensieri che girano cercando di definire le dimen-
sioni di quella carenza di precauzioni.
Invece, per due ragazze di Pisa, accompagnate rispettivamente dal fidanzato e dall’amica in tutta fretta a chiedere la pillola del giorno dopo, ci sono state solo porte sbattute in faccia. La prima alla vigilia di Pasqua, presso la guardia medica del villaggio “I passi”. Sulla porta, un cartello appeso non lascia spazio ai dubbi. «Presso questo ufficio non viene prescritta la cosiddetta pillola del giorno dopo», c’è scritto. La ragazza, studentessa di 20 anni, è disperata. «Erano le 2 di notte - racconta al Tirreno - non potevo trovare né il mio medico, né il mio ginecologo».
Decide di andare direttamente al Pronto soccorso, ma la situazione non cambia: il medico di guardia è obiettore di coscienza, di prescrivere la pillola non se ne parla. Non resta che apettare le 6 del mattino per ricevere il farmaco. Intanto, le ore trascorrono e con loro il rischio che il farmaco perda di efficacia, le paure della ragazza invece di diminuire aumentano. Pochi giorni dopo, lo stesso calvario viene rivissuto da un’altra giovane donna. Nella notte tra mercoledì e giovedì scorso va al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara insieme a un’amica, ma ci sono troppe emergenze, meglio ripiegare sulla guardia medica. Niente da fare. Al telefono qualcuno fa sapere che nessuno lì darà mai la pillola. Solo l’aiuto di un medico, parente dell’amica, svegliato in piena notte, risolve la situazione. La vicenda ripropone il problema dei medici obiettori di coscienza sollevato più volte a proposito della legge 194. Qui, però il problema è più grave. L’obiezione di coscienza riguarda l’interruzione di gravidanza, ma la pillola del giorno dopo è un anticoncezionale, non un farmaco abortivo. Il paradosso è che tutto questo avviene nella stessa Asl che è stata l’avamposto toscano e nazionale per l’uso della pillola abortiva Ru486, visto che è la prima sperimentazione è stata fatta nell’ospedale di Pontedera.
Sulla vicenda ora indaga la magistratura. L’ipotesi è interruzione di pubblico servizio. Anche la Asl 5 di Pisa ha avviato un’indagine interna. «Non avevamo idea che ci fossero medici di guardia che rifiutano la somministrazione della pillola del giorno dopo - fanno sapere dalla Asl 5 - Anche perché non hanno mai dichiarato di essere obiettori. Oltretutto, l’obiezione non riguarda gli anticoncezionali». In serata la precisazione: «La pillola è stata soministrata in entrambi i casi. Risulta da un controllo sui registri di accesso il 22 e il 23 marzo. La prestazione rientra nei cosiddetti codici bianchi e dunque se l’ambulatorio è chiuso bisogna aspettare che vengano smaltite le urgenze. Dalle verifiche non risulta che nessuno dei medici abbia detto di rivolgersi altrove, solo di aspettare il loro turno». Intanto il ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni aveva ribattuto la libertà di coscienza dei medici è sancita nella Costituzione: «Le inchieste sui valori incostituzionali mi sembrano fuori luogo». Una delibera del Consiglio regionale toscano del 27 febbraio mette nero su bianco: «rifiutare di fornire la pillola del giorno dopo è un’interruzione di pubblico servizio»

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