martedì 15 aprile 2008

Slalom tra le ipocrisie dei medici obiettori

Slalom tra le ipocrisie dei medici obiettori
La Repubblica del 15 aprile 2008, pag. 50

di Corrado Augias

Caro Augias, voglio raccontarle, sperando che serva, la mia esperienza con la pillola del giorno dopo (che molti confondono con la pillola abortiva). Pur non avendone necessità, ho chiesto al mio medico come si sarebbe comportato se gliel'avessi chiesta e lui, che so "peccatore" e anche sostenitore dell'eutanasia, incredibilmente, con argomentazioni pietose, si è dichiarato obiettore. L'ho informato che lo avrei ricusato e l'ho salutato. Mi sono recata nella mia farmacia di fiducia e ho chiesto quale fosse il loro atteggiamento. Mi hanno confermato che in questo caso non hanno intenzione né possibilità di obiettare, quindi continuerò a spendere i miei soldi da loro.

Oggi ho un nuovo medico, scelto facendo prima la domanda fatidica ("è obiettore?") ed ho nel cassetto la famosa pillola e non sarò costretta, nella necessità, a umilianti peregrinazioni per eser­citare un mio diritto, con il rischio che sedicenti obiettori mi facciano perdere tempo in una situa­zione di emergenza. Consiglio a tutte questa procedura, non ci sono spiegazioni da dare, nessuno può accertarsi se abbiate avuto o meno un rapporto a rischio e avrete l'enorme soddisfazione di aver superato le miserie di questo povero Paese che dice di voler rivendicare la propria identità cristiana, mentre riesce solo a mostrare la propria identità ipocrita. Amalia Castelletto



Risponde Corrado Augias: La pillola Norlevo è stata approvata dall'E­tnea, agenzia europea del farmaco, e as­sunta come contraccettivo dall'agenzia omologa italiana. Le norme dell'Unione Euro­pea escludono quindi che si tratti di un farma­co abortivo. A ulteriore conferma giova ripete­re che, in Francia e altri Paesi europei, la pillola del giorno dopo viene distribuita nelle scuole medie, gratis, dai dispensari scolastici. La logi­ca è che si vuole evitare un guaio peggiore, cioè il possibile ricorso ad un successivo doloroso, drammatico, aborto. Per di più nelle istruzioni per l'uso, approvate dalle autorità sanitarie ita­liane, è scritto chiaramente che la pillola non ha effetto se la fecondazione è già in atto.


Il ministro della salute Livia Turco, consultati gli esperti, ha ribadito che la pillola del giorno dopo è "un contraccettivo d'emergenza" preci­sando anche lei che si tratta di uno strumento di prevenzione all'aborto che aiuta una donna a non sentirsi sola in un momento di sicura dif­ficoltà. Il resto è ideologia, dottrina, soprattut­to incapacità di stabilire nella propria coscien­za (a proposito di coscienza) che la prima cosa da valutare è l'angoscia di una donna che sente di non poter affrontare una gravidanza indesi­derata per ragioni sue e solo sue, che nessuno ha il diritto di indagare. Prima della possibile interruzione di pubblico servizio (ci sarà una sentenza il 5 giugno prossimo) c'è il dovere eti­co del medico di aiutare un essere umano in an­gustie. Lui è lì per quello, il resto sono problemi suoi che non ha il diritto di scaricare sul pa­ziente.

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