venerdì 29 febbraio 2008

Viale: «Pericolosa la Ru486? La gravidanza è più rischiosa»

Viale: «Pericolosa la Ru486? La gravidanza è più rischiosa»

Liberazione del 29 febbraio 2008, pag. 6

di Davide Varì

Non bastava la campagna contro la legge 194, ora nel mirino del giornale dei vescovi italiani è partita un'altra campagna: quella contro la Ru486, la molecola abortiva che evita qualsiasi intervento chirurgico. A scatenare l'indignazione di Avvenire la decisione dell'Aifa, l'Agenzia del farmaco italiana, che appena qualche giorno fa ha dato il primo ok ufficiale al farmaco che consente un aborto non invasivo. Troppo facile abortire senza sofferenze, senza bisogno di interventi chirurgici e di ospedalizzazioni.


Ma questa volta Avvenire non brandisce, come fa di solito, la difesa della vita. Per portare avanti la sua nuova battaglia il giornale cattolico mette in primo piano la salute della donna. Insomma, sostituendosi ai "trials clinici" dell'"European Medicines Agency" e di quelli della "Food and Drug Administration", il giornale mette in guardia dai presunti rischi mortali e dai "pericolosissimi" effetti collaterali di questo farmaco: indice di mortalità, complicazioni e scarsa efficacia. «Balle», sbotta Silvio Viale. «Balle in piena regola», ripete il medico che per primo ha sperimentato la Ru486 subendo gli strali dei "defensor vitae" nostrani.

Dottor Viale, Avvenire di ieri l'altro ha dedicato un'intera paginata ai rischi mortali della Ru486...
Penso che sia un clamoroso autogol. Portare la battaglia contro l'aborto medico su un piano scientifico significa, per loro, perdere la battaglia.

Iniziamo dalla mortalità. Secondo il giornale cattolico ci sarebbero 16 morti accertate, causa diretta del farmaco. Conferma?
Assolutamente no. Negli Stati Uniti le morti dovute a infezione sono 6 che corrispondono a uno 0,8 per centomila casi. Un dato del tutto analogo a quello della mortalità dell'aborto spontaneo. Senza contare che la mortalità in gravidanza è cento volte superiore di quella dell'aborto chirurgico e dieci volte di quello medico.

Sta dicendo che portare avanti la gravidanza è più rischioso che abortire?
Non lo dico io, lo dicono i dati. E' evidente che si tratta di un paradosso, io non consiglierei mai a una donna di abortire per evitare complicazioni in gravidanza. Detto questo, come ha ribadito l'Agenzia europea del farmaco e la Food and Drug Administration, non c'è nesso tra queste morti e la Ru486. Aggiungo inoltre che tante altre morti non c'entrano nulla con la 486 ma riguardano l'ostetricia in generale. Per quel che riguarda la "Clostridium sordelii" - l'infezione responsabile di alcuni decessi - dopo le segnalazioni e il monitoraggio predisposto dalle autorità americane si è scoperto che è causa di morte in tanti altri campi della medicina.

Ma Avvenire parla anche di tante complicanze: emorragie, gravidanze extrauterine e così via...
Le complicanze sono possibili in tutti gli aborti. Ma di certo le complicanze dell'aborto medico sono notevolmente inferiori a quelle degli aborti chirurgici. L'ostetricia e la gravidanza in generale sono sempre condizioni di rischio che spesso si sottovalutano e le complicazioni in gravidanza sono sempre superiori a quelle degli aborti anche nei Paesi dove l'aborto è clandestino.

E sull'efficacia? Sempre secondo Avvenire, con la Ru486 molti aborti si prolungano per molte settimane con il rischio conseguente di interventi chirurgici...
In un terzo dei casi i sintomi dopo l'assunzione del farmaco sono poco più di una mestruazione; in un altro terzo danno dolori assolutamente sopportabili e nell'ultimo terzo dei casi è sufficiente un semplice antidolorifico. Nell'aborto chirurgico, invece, serve sempre un'anestesia. Il fatto è che di solito parlano di aborto coloro che non sanno cosa sia. Tendono a esagerare e terrorizzare usando temini come emorragia che di per se non vuol dire nulla se consideriamo che la normale mestruazione è essa stessa un'emorragia.

In effetti le agenzie del farmaco sperimentano la Ru486 da anni...
Certo, dietro la Ru486 c'è un'esperienza ventennale di Paesi come Francia Svezia e Inghilterra. La Food and Drug Administration, nel 2007 ha confermato la sicurezza del farmaco e l'Aifa, superati i momenti i cui i ministri Sirchia e Storace ordinavano di evitare la Ru486 in italia, non può non confermare le valutazioni delle agenzie mondiali.

Un'ultima domanda, stavolta politica: la sua candidatura col piddì in Piemonte ha scatenato le ire dei Teodem. Non è che ha sbagliato partito?
Beh, io sono un Radicale, forse è stato il mio partito ad aver sbagliato alleanza. In effetti sembra proprio che i cattolici del piddì non mi vogliano. Vedremo...

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