Pd in allarme per gli attacchi Cei "Ma la carta dei valori è chiara"
La Repubblica del 25 febbraio 2008, pag. 3
di Giovanna Casadio
Dionigi Tettamanzi, l'arcivescovo di Milano, non si è messo certo a criticare lo scienziato Umberto Veronesi e il Partito democratico per averlo candidato. Diciamo che «la Chiesa ambrosiana è un po' diversa». Mentre qui, a Roma, tra il cardinale Camillo Ruini e il segretario della Cei, Giuseppe Betori si respira un'altra aria nei confronti del partito di Veltroni, più pesante, più ostile. Al loft sono allarmati: l'attacco di "Avvenire" contro Veronesi e i Radicali nel Pd, sembra un intervento a gamba tesa. La prova del nove che, nonostante tutti gli sforzi per ricucire un rapporto di fiducia con il Vaticano, nel rispetto dei reciproci ruoli, i cattolici democratici devono rassegnarsi al rifiuto. Un attacco covato e ora, al momento opportuno, strumentalmente sganciato?
Dario Franceschini il vice di Veltroni è il garante dei cattolici dentro il Partito democratico. Prudenza lo obbliga a non commentare. Ma nelle ultime ore ha dovuto rispondere a mail, sms, telefonate in cui il mondo cattolico, gli stessi amici di partito gli chiedevano spiegazioni in particolare sui Radicali. «Il nostro è un partito moderato, quindi nessuna paura — ha replicato lui — Lo sapete che nella lista con Veronesi, uno scienziato contro cui è davvero difficile condurre l'affondo, sarà candidato il filosofo cattolico Mauro Ceruti». A Ceruti (con Reichlin) è stata affidata la mediazione e la stesura del manifesto dei valori del Pd, che è «la garanzia». Ci sono stati abboccamenti anche con Andrea Riccardi per candidarlo in lista a Roma. Ma il fondatore della Comunità di Sant'Egidio non ha sciolto la riserva. «Il Manifesto dei valori è la nostra Carta costituzionale», sottolinea Pierluigi Castagnetti, leader cattolico a disagio. «Non c'entrano i vescovi. Il problema non sono loro mala base dei cattolici che guardano a noi». Un esempio? Castagnetti gira a chi le vuole, Veltroni compreso, le mail che sono arrivate al suo sito nelle ultime ore. «Onorevole, mi convinca perché dovrei votare Pd», Samuel di Gemonio. Da Stella Fabiani, della commissione per il Manifesto dei valori: «Grazie, perché nel Pd c'è qualcuno come lei che almeno difende i nostri valori». E Davide: «Cosa ci stiamo a fare, se si va a questo tipo di accordi?».
«Capisco che cosa fatta capo ha — afferma Castagnetti — Non possiamo tuttavia nasconderci le difficoltà. Io mi auguro che Walter abbia chiesto e ottenuto dai Radicali il vincolo di mandato, abbia chiarito che chi viene con noi accetta il Manifesto. Non è che possiamo trovarci con nove radicali che presentano una proposta di legge sull'eutanasia e nove cattolici del Pd che neppure vogliono il testamento biologico. Noi giochiamo il nostro prestigio, la nostra credibilità e impegno per dare garanzie al mondo cattolico». Nella discussione accesa che già si è avuta sulla questione nei giorni scorsi, Franceschini ha usato l'argomento della fisionomia del partito: «Un grande partito non può essere identitario. Fermo restando che un rischio e la preoccupazione per la presenza dei radicali, c'è. Tuttavia, quante posizioni individuali ci sono nel Pd sui temi etici?». Infatti. Ci sono, e ci saranno, la teodem Paola Binetti e lo scienziato Pier Giorgio Odifreddi. I Radicali l'hanno subito tradotto in un paradosso: «Tra il diavolo e l'acqua santa noi siamo addirittura centristi».
Ma la questione-vescovi merita un capitolo a parte. Franco Monaco, prodiano, "cattolico adulto" si sfoga: «Una parte della Chiesa approfitta delle circostanze per sottolineare la distanza dal centrosinistra in generale, e dal Pd. Va così anche in questo caso. È stato sorprendente il discorso Boffo, il direttore di "Avvenire"pro centrodestra e per Pier Ferdinando Casini». Avrebbe preferito Monaco, come anche Arturo Parisi, un apparentamento con la lista dei radicali, non una loro ospitalità nel partito. Precisa, ancora. «Non parlerei di vescovi in generale, un cosa sono le gerarchie romane, altra i prelati in tutt'Italia». Mercoledì intanto i cattolici del Pd si trovano a convegno su «Educazione al bene comune». Ci saranno tutti, ex Ppi, rutelliani, teodem, cristiano-sociali, prodiani a confronto con le associazioni ecclesiali chiamate a dire laloro, con il segretario Veltroni, con Franco Marini. «Noi siamo preoccupati, davvero — è l'appello di Emanuela Baio — Ma non dalle candidature, piuttosto dal rischio che i cattolici siano irrilevanti nella fisionomia del Pd».
La Repubblica del 25 febbraio 2008, pag. 3
di Giovanna Casadio
Dionigi Tettamanzi, l'arcivescovo di Milano, non si è messo certo a criticare lo scienziato Umberto Veronesi e il Partito democratico per averlo candidato. Diciamo che «la Chiesa ambrosiana è un po' diversa». Mentre qui, a Roma, tra il cardinale Camillo Ruini e il segretario della Cei, Giuseppe Betori si respira un'altra aria nei confronti del partito di Veltroni, più pesante, più ostile. Al loft sono allarmati: l'attacco di "Avvenire" contro Veronesi e i Radicali nel Pd, sembra un intervento a gamba tesa. La prova del nove che, nonostante tutti gli sforzi per ricucire un rapporto di fiducia con il Vaticano, nel rispetto dei reciproci ruoli, i cattolici democratici devono rassegnarsi al rifiuto. Un attacco covato e ora, al momento opportuno, strumentalmente sganciato?
Dario Franceschini il vice di Veltroni è il garante dei cattolici dentro il Partito democratico. Prudenza lo obbliga a non commentare. Ma nelle ultime ore ha dovuto rispondere a mail, sms, telefonate in cui il mondo cattolico, gli stessi amici di partito gli chiedevano spiegazioni in particolare sui Radicali. «Il nostro è un partito moderato, quindi nessuna paura — ha replicato lui — Lo sapete che nella lista con Veronesi, uno scienziato contro cui è davvero difficile condurre l'affondo, sarà candidato il filosofo cattolico Mauro Ceruti». A Ceruti (con Reichlin) è stata affidata la mediazione e la stesura del manifesto dei valori del Pd, che è «la garanzia». Ci sono stati abboccamenti anche con Andrea Riccardi per candidarlo in lista a Roma. Ma il fondatore della Comunità di Sant'Egidio non ha sciolto la riserva. «Il Manifesto dei valori è la nostra Carta costituzionale», sottolinea Pierluigi Castagnetti, leader cattolico a disagio. «Non c'entrano i vescovi. Il problema non sono loro mala base dei cattolici che guardano a noi». Un esempio? Castagnetti gira a chi le vuole, Veltroni compreso, le mail che sono arrivate al suo sito nelle ultime ore. «Onorevole, mi convinca perché dovrei votare Pd», Samuel di Gemonio. Da Stella Fabiani, della commissione per il Manifesto dei valori: «Grazie, perché nel Pd c'è qualcuno come lei che almeno difende i nostri valori». E Davide: «Cosa ci stiamo a fare, se si va a questo tipo di accordi?».
«Capisco che cosa fatta capo ha — afferma Castagnetti — Non possiamo tuttavia nasconderci le difficoltà. Io mi auguro che Walter abbia chiesto e ottenuto dai Radicali il vincolo di mandato, abbia chiarito che chi viene con noi accetta il Manifesto. Non è che possiamo trovarci con nove radicali che presentano una proposta di legge sull'eutanasia e nove cattolici del Pd che neppure vogliono il testamento biologico. Noi giochiamo il nostro prestigio, la nostra credibilità e impegno per dare garanzie al mondo cattolico». Nella discussione accesa che già si è avuta sulla questione nei giorni scorsi, Franceschini ha usato l'argomento della fisionomia del partito: «Un grande partito non può essere identitario. Fermo restando che un rischio e la preoccupazione per la presenza dei radicali, c'è. Tuttavia, quante posizioni individuali ci sono nel Pd sui temi etici?». Infatti. Ci sono, e ci saranno, la teodem Paola Binetti e lo scienziato Pier Giorgio Odifreddi. I Radicali l'hanno subito tradotto in un paradosso: «Tra il diavolo e l'acqua santa noi siamo addirittura centristi».
Ma la questione-vescovi merita un capitolo a parte. Franco Monaco, prodiano, "cattolico adulto" si sfoga: «Una parte della Chiesa approfitta delle circostanze per sottolineare la distanza dal centrosinistra in generale, e dal Pd. Va così anche in questo caso. È stato sorprendente il discorso Boffo, il direttore di "Avvenire"pro centrodestra e per Pier Ferdinando Casini». Avrebbe preferito Monaco, come anche Arturo Parisi, un apparentamento con la lista dei radicali, non una loro ospitalità nel partito. Precisa, ancora. «Non parlerei di vescovi in generale, un cosa sono le gerarchie romane, altra i prelati in tutt'Italia». Mercoledì intanto i cattolici del Pd si trovano a convegno su «Educazione al bene comune». Ci saranno tutti, ex Ppi, rutelliani, teodem, cristiano-sociali, prodiani a confronto con le associazioni ecclesiali chiamate a dire laloro, con il segretario Veltroni, con Franco Marini. «Noi siamo preoccupati, davvero — è l'appello di Emanuela Baio — Ma non dalle candidature, piuttosto dal rischio che i cattolici siano irrilevanti nella fisionomia del Pd».
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